Carmini Ve – ASD Virtus Venezia 24 – 82

Carmini 24 - 82 Under 13 M
19 Apr 2024

Parziali: (1-21, 8-20, 7-15, 8-26)

 

Carmini

n.p.

Allenatore: n.p.

 

ASD Virtus Venezia

Moroni 12, Volo 4, Nason 7, Bettera 7, Bonora 16, Vitali 2, Penzo 6, Giorgiutti 13, Zanon 2, Lanza 2, Diatta 11.

Allenatori: Epis Jacopo e Moro Claudio

 

COMMENTO:

È andata anche la quarta di campionato

Palestra piena per un derby che è un pezzo di storia del basket veneziano

Le righe che seguono le scrissi anni fa come introduzione alla storia di una gloriosa società di basket di Venezia: i canarini di Dorsoduro. Le riprendo, parzialmente, in questo post perché, semplicemente, penso sia giusto così.

Le favole sono storie inventate che spesso traggono origine dalla tradizione popolare. Ricche di elementi fantastici hanno il fine di far comprendere una verità morale. Insegnano qualcosa, tracciano una strada e non soltanto per i più piccini, ma per gli uomini di tutte le età. Nascono con l’uomo e si perdono nella notte dei tempi. Nascono, ma non muoiono proprio perché fanno parte della nostra essenza e ci aiutano a vivere, a crescere. Sono fatte anche di ricordi che si perdono nella notte dei tempi, tramandati oralmente di generazione in generazione. “Lavorati” e trasformati dalla memoria dei singoli. Così va letta la storia del basket veneziano. Una storia fatta di ricordi, vicende, passioni, gioie, vittorie e sconfitte, rovinose cadute e scalate verso le stelle. Insomma, una favola.

Se pensi a Venezia ti sorprendi di quanto essa sia allo stesso tempo piccola e immensa, micrometrica e infinita. E per nominarla toponomasticamente il solo termine strada è ampiamente insufficiente. Devi ricorrere ad una terminologia molto più vasta. Ecco allora la strada larga, la via, la calle, la calletta, il rio terà, il sotoportego, il ponte, il ponte de fero, il ponte di legno, quello storto e quello lungo, ma anche la piazza, il campo, il campiello e chi più ne ha più ne metta. E così, qualche decennio fa, era anche il basket veneziano. Le caratteristiche della città in un certo senso lo innervavano, ne componevano il suo DNA. Pochi abitanti ma il movimento cestistico era “infinito” come la passione per questo sport. Come lo nominavi? Reyer (si pronunciava Rayer), Laetitia, San Giobbe Basket, Caigo Basket, Die’n’ai, Casteo, Murano, Burano, Lido, U.S.Alvisiana, U.S.Carmini (U.S.C.) e altre piccole, grandi realtà che si sono formate nei campi dei patronati, allora molto attivi e praticati: Madonna dell’Orto, Gesuiti, San Giobbe, Quattro Fontane al Lido e molti altri. Lo spettacolo era garantito. Dal minibasket alle prime squadre questo sport si vestiva d’incanto. E d’inverno di neve, quando non di rado – la neve – ricopriva gli storici campi all’aperto dove quotidianamente ci si allenava e i fine settimana si giocavano le partite di campionato. E allora giù a spalare per renderli praticabili. Quei campi erano uno diverso dall’altro. Nessuno che si assomigliasse, e ognuno con segreti che custodiva gelosamente…………………………………….

Mi fermo qui per non aprire il discorso della memoria collettiva e dell’oblio……..e alla prossima per un altro derby contro un sorprendente Lido che fa l’impresa con i favaresi.
P.S. Qualcuno (non dirò il nome) a fine partita si è emozionato ripensando all’ alley-oop confezionato da due dodicenni castellani in una fase di gioco della ripresa. La giocata non si è sviluppata ne staticamente, ne senza difesa, ma in transizione e in “traffico”. Sappi che quella poesia sportiva è anche merito tuo.

 

 

SETTORE BASKET MASCHILE

VIRTUS VENEZIA